L’incontro, avvenuto alla presenza del Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Fedriga, insieme al Presidente del comitato di settore sanità, Alparone, ha avuto come scopo l’analisi del documento ‘Garantire il futuro del Servizio Sanitario Nazionale: Strategia delle Regioni e delle Province Autonome per il rilancio del personale del SSN’: una piattaforma di dialogo per affrontare la crisi del SSN , unire le forze nel richiedere al Governo un intervento straordinario per il personale della sanità.
Abbiamo sottolineato che per rendere nuovamente attrattive le professioni sanitarie è essenziale rilanciare i salari e rinnovare in modo adeguato i contratti, oltre ad eliminare le restrizioni sulle assunzioni per ridurre i carichi di lavoro e garantire l’efficacia dell’assistenza.
La valorizzazione del personale passa attraverso i contratti collettivi nazionali. Occorre la necessità immediata di maggiori risorse, che potevano essere previste come emendamento al Decreto PA per aumentare, ad esempio, l’incarico di base per tutto il personale sanitario. È una decisione esclusivamente politica che poteva aiutare a sbloccare lo stallo per i rinnovi dei contratti.
Purtroppo, nessuna azione concreta è stata sostanzialmente adottata: i salari continuano ad essere decisamente inferiori alla media OCSE, il calo nel numero di laureati in infermieristica è sempre più critico, persistono lacune normative che non facilitano un’adeguata flessibilità per conciliare i tempi vita-lavoro.
Per il problema della sicurezza nei luoghi di lavoro vanno messi in campo subito i provvedimenti normativi di recente applicazione e vanno potenziati sempre più i sistemi di prevenzione.
Superare parzialmente i limiti del D.Lgs. 75/2017 è un inizio positivo, ma bisogna arrivare al suo completo superamento.
Serve fare una programmazione di lungo periodo, cercando di riavvicinare i giovani a scegliere le professioni sanitarie e socio-sanitarie: oltre al nodo cruciale dell’adeguamento salariale, serve avere un piano del fabbisogno nazionale adeguato alle necessità di cura e prevenzione, incentivi economici concreti già durante la formazione, come borse di studio per gli studenti di scienze infermieristiche, bonus abitativi per gli studenti con basso reddito che si spostano in Regioni con affitti particolarmente elevati.
Riorganizzazioni ben strutturate sono essenziali per evitare confusione e inefficienza soprattutto in alcune Regioni dove la sanità pubblica continua ad arretrare in maniera significativa con liste d’attesa sempre più lunghe.
Un’opportunità è lo sviluppo della telemedicina, soprattutto per raggiungere utenti nelle zone disagiate, ma la tecnologia digitale deve fungere da strumento a supporto dei professionisti, semplificando i processi burocratici senza sostituire la componente umana delle cure.
Non servono nuove figure professionali. Serve dare valore a chi già opera ogni giorno nei nostri ospedali e servizi sanitari. Il personale esistente, se motivato e valorizzato, rappresenta la vera risorsa strategica del Servizio Sanitario Nazionale.
È tempo di investire seriamente nel benessere dei professionisti sanitari. Supporto psicologico, prevenzione del burnout e condizioni di lavoro dignitose non sono optional, ma elementi essenziali per garantire cure di qualità e sicurezza ai cittadini.
Il documento delle Regioni va nella giusta direzione, ma ora servono azioni concrete. È necessario lavorare insieme per costruire strategie comuni, un piano integrato che migliori le condizioni di lavoro, rafforzi la formazione e riconosca pienamente il valore professionale dei dirigenti sanitari.
È urgente l’adozione dell’atto di indirizzo che permetta di avviare immediatamente la trattativa per il rinnovo del CCNL 2022-2024 della dirigenza medica e sanitaria, figure centrali e strategiche, senza le quali il sistema sanitario non regge.
Accogliamo positivamente la convocazione della Conferenza delle Regioni, soprattutto in un momento in cui il Governo continua a dimostrare scarsa attenzione. Siamo pronti da subito a sederci al tavolo, lavorare insieme e costruire soluzioni condivise, perché la sanità pubblica ha bisogno di risposte. Ora.