
Adesso basta! Sciopero generale del pubblico impiego contro la Legge di Bilancio 2024
Oggi a Roma, a Piazza del Popolo, sono state tantissime le lavoratrici e i lavoratori che hanno preso parte allo sciopero generale del pubblico impiego promosso dalla Uil e dalla Cgil, contro una Legge di Bilancio 2024 iniqua per il lavoro nei servizi pubblici e incapace di rispondere ai bisogni economici e di salute delle persone.
Il Governo è riuscito nel miracolo di peggiorare la Legge Fornero: una vergogna il taglio alle pensioni, gravissimo continuare a fare cassa sui dipendenti pubblici. Quota 103 con l’estensione della finestra da 6 a 9 mesi diventa Quota 103 e ¾ . È inaccettabile il ricalcolo contributivo di tutti i versamenti che taglia l’assegno pensionistico fino al 30% e che il tetto dell’entità della pensione non possa superare quattro volte il valore dell’assegno sociale. Si colpiscono ancora una volta le donne con l’aumento a 61 anni per utilizzare “opzione donna”. È necessaria e urgente una diversa politica economica, sociale e contrattuale che non si dimentichi del futuro dei giovani e che interrompa il drammatico impoverimento di lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati .
Alla base della nostra mobilitazione c’è, quindi, lo sdegno per una manovra peggiorativa che non prevede assunzioni e stabilizzazioni dei precari, la detassazione della retribuzione, risorse adeguate per il rinnovo dei CCNL pubblici e appropriati investimenti sulla sanità volti a salvaguardare il SSN. Servono più risorse per il rinnovo dei contratti dei lavoratori pubblici. Quanto stanziato dal Governo è lontanissimo dal recupero dell’IPCA cumulata 2022/2024 arrivata al 16.1%. Le buste paga dei lavoratori continuano a perdere oltre il 10% di potere d’acquisto. Il super-anticipo delle risorse sui futuri rinnovi contratti deve valere per tutti, non solo per le Amministrazioni centrali e per i tempi indeterminati. Vogliamo tutelare il salario di tutti i lavoratori dei servizi pubblici, anche quelli con contratti privati, evitando il dumping contrattuale e arrivando ad un contratto unico di settore.
Sollecitiamo il Governo ad attuare la sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato incostituzionale il differimento del TFR/TFS dei lavoratori pubblici fino a 7 anni: una vera e propria appropriazione indebita da parte dello Stato del salario differito di migliaia di dipendenti. È necessario estendere anche al pubblico impiego la fiscalità incentivante per la contrattazione di secondo livello, così come già previsto per i privati. Regioni, Province e Comuni subiranno un taglio di 600 milioni di euro che metterà a rischio, ancora una volta, il turnover del personale.
Scioperiamo perché siamo da sempre a difesa dei diritti e delle tutele di tutte le lavoratrici e i lavoratori pubblici perché un Sindacato che non rivendica e non si mobilita per chi sta facendo fatica e ha meno opportunità esaurisce la propria funzione.