La detassazione al 5% conferma i suoi limiti: servono interventi strutturali sul salario dei professionisti del comparto

Gentile Direttore,
in queste ore tiene banco il dibattito sull’interpretazione restrittiva della norma che introduce la tassazione agevolata per gli infermieri, interpretazione che rischia di escludere voci importanti come la pronta disponibilità. Il punto, però, non è la lettura dell’Agenzia delle Entrate: è la misura stessa che si sta rivelando – come avevamo previsto – una risposta parziale, una pezza a colori applicata a un problema ben più profondo.

La UIL FPL non è contraria alla detassazione del 5%, ma ribadisce che non può essere questo lo strumento per affrontare il tema salariale dei professionisti sanitari.
Chi garantisce ogni giorno la salute dei cittadini continua a lavorare con stipendi tra i più bassi d’Europa e senza un riconoscimento stabile proporzionato alle responsabilità che porta sulle spalle.

Non è accettabile che per avere una retribuzione dignitosa lavoratrici e lavoratori della sanità debbano ricorrere continuamente a prestazioni aggiuntive o ore straordinarie. La dignità del lavoro non si misura con l’accumulo di turni extra, ma attraverso il pieno riconoscimento del valore professionale all’interno della parte stabile dello stipendio.

È anche per questo che la UIL FPL non ha firmato il rinnovo del CCNL: le risorse disponibili dovevano essere concentrate sugli aumenti tabellari, cioè sulla componente strutturale della retribuzione. Se davvero si vuole introdurre un fisco favorevole ai lavoratori della sanità, sarebbe più utile detassare gli incrementi contrattuali, il salario accessorio, la produttività, e tutte le parti che possono restituire valore economico in modo stabile e non legato all’emergenza.

Servono investimenti veri: un piano straordinario di assunzioni per migliorare le condizioni di lavoro e nuove risorse per qualificare la componente stabile dei salari, così da ridare attrattività a tutte le professioni sanitarie e socio-sanitarie.

La UIL FPL continuerà a battersi per una riforma salariale organica, che ponga fine alla logica delle misure temporanee e restituisca finalmente dignità e prospettiva al lavoro pubblico e al Servizio sanitario nazionale.