Il nuovo Atto Aziendale approvato lo scorso maggio introduce un meccanismo che definire pericoloso è poco: ben 10 Unità Operative vengono sottratte alla legittima competenza dei dirigenti medici ospedalieri per essere affidate a docenti universitari, con un processo di “clinicizzazione” che nulla ha a che vedere con quanto previsto dalla normativa nazionale. Ricordiamo che il D.Lgs. 517/1999 stabilisce in modo inequivocabile che l’integrazione tra assistenza, didattica e ricerca può avvenire esclusivamente all’interno delle Aziende Ospedaliere Universitarie.
L’ospedale “de’ Lellis” di Rieti non è né l’una né l’altra: è un presidio ospedaliero di una ASL territoriale. Molto prima dell’approvazione dell’Atto Aziendale, la UIL FPL ha evidenziato in tutte le sedi, aziendali e regionali, la pericolosità di una “clinicizzazione” mal progettata, chiedendo spiegazioni puntuali e tutele concrete: salvaguardia degli incarichi in essere, garanzie sulle carriere e sulla valutazione professionale dei dirigenti medici, trasparenza su criteri e volumi didattico-assistenziali, e un vero piano di integrazione che non scambiasse l’integrazione con la sostituzione non solo a difesa dei lavoratori ma anche dei cittadini.
Il 23 luglio 2025 il Presidente della Regione Lazio ha pubblicamente assicurato che l’Università a Rieti sarebbe arrivata per integrare, non per sostituire. Eppure, l’Atto Aziendale nonostante le dichiarazioni va nella direzione opposta: sostituisce le apicalità di dieci reparti con docenti universitari, cancellando la continuità di direzione ospedaliera e svalutando anni di professionalità costruite sul campo.
La UIL FPL di Roma e Lazio, insieme alla UIL FPL di Rieti, ha aperto la strada e pertanto ha deciso di impugnare per prima, l’Atto Aziendale per contrastare uno stravolgimento organizzativo imposto dalla Direzione Generale della ASL di Rieti che lede sia i lavoratori sia i cittadini: il ricorso è stato depositato l’8 agosto 2025 e notificato il 18 agosto 2025 al Tribunale del Lavoro di Rieti. Il ricorso parla chiaro con l’Atto aziendale siamo di fronte a una espropriazione delle competenze ospedaliere che scavalca le procedure concorsuali previste dal D.Lgs. 502/1992 e le tutele contrattuali, trasformando un ospedale di ASL in un “micropoliclinico” senza basi normative e senza reale integrazione tra didattica, ricerca e assistenza. Nel ricorso è provato che questa riorganizzazione mette a rischio il patto di fiducia tra medici e cittadinanza ed espone i dirigenti medici a una mancata tutela della loro professionalità, con ricadute potenzialmente negative sulla qualità dei percorsi di cura.
UIL FPL non può accettare questo scempio e, con il ricorso, riafferma il proprio ruolo di sindacato rappresentativo e di baluardo a tutela della sanità pubblica, perché difende contemporaneamente diritti dei lavoratori e diritti dei cittadini:
• tutela delle carriere e degli incarichi dei medici ospedalieri del “de’ Lellis”;
• stop a una “clinicizzazione per reparti” fuori dal perimetro di legge;
• centralità del CCNL come pilastro del SSN, della rappresentanza sindacale e delle
procedure concorsuali nelle scelte che impattano su strutture e personale.
Alla Regione Lazio e all’Università chiediamo di chiarire come si possa parlare di integrazione se si procede alla sostituzione dei direttori ospedalieri, ricorrendo di fatto allo spoil system universitario per gli incarichi apicali. Qual è il disegno? Con quali garanzie per cittadini e operatori?
UIL FPL pretenderà in ogni sede rispetto della legge, trasparenza e tutele anche rispetto alla continuità assistenziale. Non ci fermeremo: continueremo a vigilare, denunciare e mobilitarci contro scelte che mettano a rischio il futuro della sanità reatina e dei suoi professionisti, senza sconti per nessuno.